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Terra dei Fuochi, l’appello: “Difendiamo l’agricoltura sana, ora una banca dati sui prodotti”

"C'è uno scellerato accanimento mediatico sulla Campania". A parlare è Paola Dama, ricercatrice dell'Ohio State University Wexner Medical Center, che ha fondato un gruppo di studio per raccogliere dati sulla Terra dei Fuochi e l'inquinamento nella regione. E lancia l'iniziativa sull'agroalimentare: "Inviateci le vostre certificazioni, facciamo chiarezza"

 

Paola Dama, ricercatrice dell’Ohio State University Wexner Medical Center, ha fondato un gruppo di studio per raccogliere dati sulla Terra dei Fuochi e l’inquinamento nella regione. A Fanpage.it spiega il suo progetto e gli obiettivi che si propone.

 

In questi ultimi giorni ha fatto discutere la scelta di grandi aziende di escludere vaste porzioni della Campania dal rifornimento di prodotti agricoli: cosa ne pensa?

 

Il comparto agro-alimentare sta subendo i danni di uno scellerato accanimento mediatico causato da una campagna di informazione quantomeno approssimativa, spesso ingiustificatamente allarmistica e dalle conseguenze socio-economiche potenzialmente nefaste. A questo si aggiungono delle carenze legislative italiane quali l’assenza dei livelli soglia per l’acqua da utilizzare per l’irrigazione che ha portato al sequestro di intere colture, promuovendo ulteriormente una informazione non corretta riguardo ai prodotti agroalimentari campani. Conosciamo bene la drammatica condizione dell’inquinamento ambientale in Campania e ne stiamo studiando le conseguenze, ma ci sentiamo di difendere il comparto agro-alimentare, oramai in ginocchio.

 

 

Ma l’inquinamento in Campania e il disastro ambientale dovuto allo smaltimento illegale di rifiuti rappresentano un grande problema oppure no?

 

Al di là delle specifiche situazioni di inquinamento che riguardano non solo la Campania ma l’intero Paese, l’immagine ambientale della nostra regione è compromessa principalmente dalla vergognosa presenza diffusa di rifiuti lungo le strade pubbliche e private, soprattutto nelle provincie di Napoli e Caserta, e crediamo, ancora di più, dalla continua ed incessante pratica dei roghi tossici che, come Task Force Pandora, abbiamo denunciato nel documento unico condiviso (liberamente consultabile sul nostro sito). Nello stesso documento abbiamo precisato che in Campania, come in tutta Italia, vige un sistema di controlli sugli alimenti attuato da enti che hanno l’obbligo di lanciare l’allerta nel caso si riscontrino situazioni potenzialmente pericolose. In aggiunta a questo sistema di sorveglianza in Campania sono state fatte anche campagne di analisi straordinarie che non hanno, ad oggi e da quanto a noi risulti, riscontrato alcuna situazione di allarme sui nostri prodotti ortofrutticoli e zootecnici. Pertanto, sembra che nel quadro attuale dei controlli, non occorrono certificati e analisi straordinarie a supporto dell’edibilità e della sicurezza alimentare. Fatta questa dovuta precisazione naturalmente rimaniamo preoccupati per la situazione socio-ambientale che si è venuta a creare ed invitiamo tutti a vegliare e denunciare le situazioni di irregolarità di cui vengono a conoscenza. Riteniamo infatti che la collaborazione dei cittadini sia fondamentale, ma auspichiamo che si agisca in scienza e coscienza – come noi cerchiamo di fare – e non in base a paure irrazionali alimentate spesso ad arte.

 

Ma la grande distribuzione e in generale chi opera nel comparto agroalimentare ha necessità di tutelare i consumatori e mettersi al riparo da una cattiva immagine: come si risolve il problema?

 

Il problema deve essere risolto con la trasparenza delle informazioni e la fiducia negli organi preposti di controllo (che, naturalmente, devono meritarsela), ma sembra che oramai in Italia ci si affidi più alle opinioni di demagoghi, piuttosto che a dati e informazioni scientifiche fornite da persone competenti in materia. Come Task Force Pandora mettiamo a disposizione il nostro gruppo di studio, costituito da tecnici e scienziati indipendenti, al fine di raccogliere e valutare con attenzione tutte le certificazioni agro-alimentari, sia quelle che evidenziano valori entro la norma (inferiori ai livelli di azione della Raccomandazione 516/2011 per prodotti ortofrutticoli e ai tenori massimi del Regolamento 1259/2011 per gli alimenti della prima infanzia), sia quelle che eventualmente segnalano valori che eccedono i valori soglia e i limiti di rischio. I dati raccolti si aggiungeranno a quelli già esistenti nella banca dati che stiamo collezionando, in modo da poterli mettere a sistema fornendo informazioni utili sulla situazione ambientale e sulle produzioni alimentari presenti sul territorio. Solo in questo modo, crediamo, si possa contribuire ad avviare una campagna di informazione trasparente per i cittadini e per chiunque fosse interessato e, partendo proprio dalla Campania, non escludiamo che tale azione possa essere estesa anche ad altre zone di Italia. I dati e le informazioni disponibili possono essere inviate al seguente indirizzo e-mail: dmapla@gmail.com.

 

Si parla spesso genericamente di Terra dei Fuochi: ma cos’è la Terra dei Fuochi? Esiste un criterio scientifico per definirla, una delimitazione delle aree inquinate?

 

Possiamo affermare che oggi siamo a conoscenza su dove sono stati interrati rifiuti pericolosi, su dove avvengono roghi di rifiuti, sulla situazione dei nostri suoli, della nostra acqua e dei nostri prodotti alimentari. Si può affermare che la conoscenza geochimica del territorio della Campania sia ad un livello ben superiore rispetto a tante altre regioni italiane. Purtroppo tali dati spesso non sono conosciuti per carenza di un dovuto coordinamento a livello regionale. Ciò premesso, è necessario effettuare ulteriori analisi sito-specifiche per approfondire alcune criticità rilevate ed è opportuno continuare le azioni di monitoraggio. Per quanto riguarda la situazione dei roghi tossici nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, ovvero la pratica di bruciare pneumatici e rifiuti, è molto grave in quanto può produrre una considerevole quantità di fumo, monossido di carbonio e sostanze cancerogene, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e diossine. Le conseguenze di tali pratiche sono peraltro difficilmente prevedibili, ma di sicuro non giovano né all’immagine di quelle zone né alla salute dei cittadini.Per questa ragione chiediamo fermamente, a tutela del territorio e dei suoi abitanti, di ripristinare il funzionamento delle stazioni di campionamento dell’aria dell’ARPAC in tutta la regione, pretendendo trasparenza nella raccolta dei dati di monitoraggio. Inoltre, è necessario infittire la rete di monitoraggio della qualità dell’aria nei siti particolarmente esposti come la cosiddetta “Terra dei Fuochi” per valutare le polveri che si creano dai roghi e verificare se sono presenti anche sulle colture. La Regione Campania deve rispondere alla cittadinanza sulla misura della qualità dell’aria per garantire la salute della popolazione. E’ necessaria inoltre la caratterizzazione delle componenti del particolato atmosferico per individuare la fonte che produce il maggiore inquinamento e porre in essere, urgentemente, tutti gli interventi utili alla riduzione immediata delle emissioni tossiche e nocive. Il primo intervento da attuare a nostro avviso quindi è di ordine pubblico, ovvero fermare la pratica dei roghi tossici e degli sversamenti illeciti ed incontrollati.

 

Lei ha fondato un gruppo di studio che mette insieme diversi studiosi. Alcuni di essi collaborano con le istituzioni a vario titolo, e c’è chi ha criticato questa circostanza. Come risponde alle critiche?

 

La Task Force Pandora è un gruppo spontaneo, indipendente e volontario. Ogni aderente al gruppo di studio ha sottoscritto delle linee guida rigide sull’obbligo di non avere conflitti di interesse, di essere apartitici e superpartes. Il criterio ed il metodo che usiamo è rigorosamente scientifico, ma è bene che spieghi al meglio questo punto. Gli obiettivi di Pandora sono quelli di raccogliere i dati e le informazioni, valutarle attentamente e analizzarle a livello multidisciplinare mettendo a disposizione del gruppo ognuno le proprie competenze, così come avviene per la stesura di documenti. Questo significa praticamente che tutto ciò che ci viene fornito deve avere riscontri concreti in letteratura o quantomeno dei dati preliminari che ne attestino la validità: questo è il metodo che Pandora si è data per mantenere un approccio scientifico e rigoroso sulla questione, proprio al fine di contrastare la cattiva informazione dilagante e le sue nefaste conseguenze di cui si è parlato e dare fornire una dimensione reale ed oggettiva della tematica. Invitiamo tutti a collaborare con noi al raggiungimento di questo importante obiettivo.

 

8 Febbraio 2014

 

Gaia Bozza

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