"Ci battiamo per la verità , perchè il Paese ci appartiene ancora"
Lettera Aperta
Nata spontaneamente a fine del 2013 in seguito ad un appello di Paola Dama, la task force Pandora si è costituita come corpo tecnico spontaneo e volontario proveniente da diverse parti di Italia e dall’estero, indipendente, col fine di chiarire con rigore scientifico le tematiche ambientali riguardanti la cosiddetta "Terra dei Fuochi". I metodi che ci si proponeva di adottare erano basati sulla raccolta di informazione tecnico-scientifica disponibile, sua analisi critica (con metodo rigorosamente scientifico) ed eventualmente elaborazione di proposte in merito alla caratterizzazione dei siti e della loro bonifica.
Pandora non aveva connotati partitici di alcun tipo, la raccolta di informazione tecnica e scientifica doveva essere dimostrabile ed inoppugnabile, i documenti unici condivisi prodotti venivano stilati previa una discussione a livello multidisciplinare (col metodo del peer-review) fra le varie figure professionali che avevano dato la propria disponibilità a titolo gratuito (medici, epidemiologi, agronomi, periti laureati, biologi, ingegneri, avvocati, ecc.). Per accedere alla task force ogni esperto doveva inviare preventivamente al comitato direttivo il proprio curriculum e le linee guida definite dai fondatori opportunamente firmate (in cui, fra le altre cose, si dichiarava di non essere soggetti a conflitti di interesse).
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Non ci siamo mai costituiti come associazione, non abbiamo chiesto ed avuto fondi. L’opera era volontaria e le iniziative sono state autofinanziate.
Pandora, nel corso degli anni, ha prodotto un numero notevole di relazioni di sintesi sulla base della conoscenza attuale (liberamente disponibili sul sito - https://www.taskforcepandora.com/), alcune giornate di studio pubbliche (come ad esempio quelle tenutesi a Città della Scienza - i video sono disponibili sul sito), interviste televisive, proposte di legge, ed infine, ad opera della fondatrice Paola Dama, persino un libro dal titolo "Falsa Equivalenza" (di ben 479 pagine).
Innumerevoli gli argomenti trattati: dalla confutazione dei titoli scandalistici di alcuni giornali (ricordiamo "Bevi Napoli e poi muori") e trasmissioni televisive, a una analisi critica delle dichiarazioni dei pentiti (ad esempio in merito alla questione dei "fanghi termonucleari"), alla definizione delle criticità del territorio, ai dati epidemiologici forniti dal registro tumori (di cui ci si è ostinati a negare persino l'esistenza!)... e molto altro!
Possiamo dirvi, senza tema di smentita, che è stato un lavoro enorme, faticoso e talora anche assai complesso, ma lo abbiamo fatto con trasporto e per puro senso civico, affiancati da altri che pure erano preoccupati per la deriva che la situazione informativa in Campania stava prendendo.
In una situazione come questa, sarebbe stato necessario adottare un approccio razionale perlomeno: invece si è scelto di darsi all'isteria collettiva, si è scelto di credere che le cause di morte sono dovute ai "pomodori dal cuore nero" - nonostante mai il RASFF non abbia mai lanciato alcun allarme. Abbiamo denunciato il preoccupante fenomeno dei roghi di rifiuti, evidente a tutti e chiaro fattore di compromissione della qualità dell'aria, seppur con effetti localizzati (ma potenzialmente gravi nel tempo). Abbiamo cercato di spiegare, dati alla mano (sul sito tutti i riferimenti), che nella "Terra dei Fuochi" l'incidenza delle malattie tumorali è in linea con quella di altre regioni di Italia, che ad essere più alto è il tasso di mortalità, indicatore di esito legato alla precaria situazione delle strutture sanitarie, alle criticità del territorio ed agli stili di vita. In poche parole abbiamo cercato di dare una dimensione "laica" alla tematica e nel tempo la produzione di dati e studi ha dato conferma a tutto quello che abbiamo sostenuto con forza fin dal primo momento, a dimostrazione del prezioso tempo perduto per intervenire già sulle criticità territoriali da noi individuate.
In risposta, abbiamo subito attacchi di tutti i tipi, anche i più vili ed al limite del vilipendio - in particolare rivolti alla figura di Paola Dama. Si è scelto di avvalorare tesi non comprovate da alcuna risultanza tecnica, ed in nome di un mal inteso principio di precauzione, di sperperare enormi quantitativi di denaro in azioni probabilmente inutili - laddove invece avrebbero potuto - e a nostro avviso dovuto - essere spesi in maniera assai più razionale e mirata.
Si è altresì scelto di mettere in ginocchio un settore di eccellenza come il comparto agroalimentare campano, peraltro del tutto incolpevole, e di sporcare l'immagine di una intera regione non intervenendo sui veri problemi e sulle vere emergenze di un territorio che non vede sviluppo ed emancipazione.
Gli abitanti della Terra dei fuochi, dopo l’aria inquinata, una totale mancanza di gestione del territorio, le discariche di rifiuti pericolosi, mancanza di educazione sanitaria, piani di screening efficaci, la paura procurata da notizie in gran parte false, non meritano di essere anche presi in giro. Non si può tollerare che si sprechino milioni di euro quando si chiedono sacrifici agli italiani per sprecarli in cose di dubbia utilità.
Una filosofa tedesca un tempo scrisse che si è liberi di ignorare la realtà, ma non si sarà altrettanto liberi di ignorare le conseguenze che questo comporta.
Ebbene, non siamo tanto sorpresi dalla virulenza dei detrattori, quanto dal silenzio della cittadinanza razionale, onesta e desiderosa di un futuro migliore di quello che oggi si prospetta, futuro che noi ritenevamo, e riteniamo ancora, la popolazione della Campania e della "Terra dei Fuochi" meritino.
Questo testo, rappresenterà una denuncia che peserà sulla coscienza di coloro che hanno preferito rimanere silenziosi. A supporto del nostro lavoro, ci saremmo aspettati una turba di persone – ci riferiamo al comparto agroalimentare campano, che abbiamo difeso da una campagna oscurantista e spesso vergognosa, ma anche a tutti quei campani che non tolleravano vedere la propria regione sottoposta ad una pubblica ed indecorosa gogna.
Invece, nessun supporto fattivo, di alcun tipo - a parte qualche generico incoraggiamento, di cui possiamo esserne grati, ma che purtroppo non basta, se non vantarsi di quello che si è provato a fare, ma non era quello che volevamo. Siamo scienziati, non amiamo la visibilità e davvero non ci interessa, siamo abituati a lavorare nel silenzio per essere proficui e dare i migliori risultati.
Il popolo è sovrano ed è anche giusto che un sovrano che non sa capire quali sono i consiglieri sinceri e quali sono quelli in malafede, perda il proprio regno e/o ne subisca le conseguenze.
Chiudiamo pertanto qui questa esperienza e siamo ben più che sereni, perché abbiamo fatto il nostro (e francamente anche qualcosa di più), e lo abbiamo fatto senza alcuna forma di compenso.
Confidiamo nel tempo, che è galantuomo, e renderà ad ognuno il suo.
Augurandoci che la Campania Felix ritrovi il suo splendore umano e territoriale.
#iostoconpaoladama #savecampaniafelix#taskforcepandora #nonusobimbimorti#nonusomalatidicancro
Settembre 16, 2017
Buona fortuna a tutti.
Paola Dama ideatrice e fondatrice
Vincenzo Romanello, co-fondatore