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Acerra, Caivano e la bufala del 60% dei suoli inquinati
In piena era di allarmismo da social network e condivisioni virali, spiace dover constatare che alcuni colleghi dimostrano di non porre la dovuta attenzione almeno ai titoli. Capita di dover rilevare purtroppo che una testata molto seria (e con tantissimi lettori in più rispetto a noi) come FanPage, sia cascata nel “tranello” del titolo acchiappa click per anticipare i risultati di un’analisi avente ad oggetto la “Terra dei Fuochi”. Il titolo in questione è questo riportato di sotto, ma la realtà è ben lontana dalla sintesi giornalistica.
“Terra dei fuochi: i risultati delle analisi. Ad Acerra e Caivano oltre il 60% dei suoli è inquinato”
A riportarci sulla terra ci ha pensato il gruppo di ricerca scientifica “Task Force Pandora” che sulla propriapagina Facebook chiarisce la vicenda così:
“In merito a questo titolo, ancora una volta ci troviamo a smentire l’ennesimo tentativo di disinformazione.
Premesso che ancora oggi, pur in presenza di una chiara e definitiva sentenza di Cassazione, si pretende di classificare dei terreni agricoli sulla base del superamento o meno delle CSC (concentrazione soglia di contaminazione), mancando la definizione dei valori di fondo (es. berillio o zinco). Il superamento delle CSC non significa che un suolo è contaminato, un suolo è contaminato solo se supera la concentrazione soglia di rischio CSR.
Si manipolano i numeri in modo vergognoso travisando la realtà e lanciando la notizia che “il 66% dei terreni di Caivano e l’87% di quelli di Acerra sarebbero “inquinati”.Bene, intanto, i terreni controllati dal comitato tecnico ministeriale, sono i 64 ettari delle classi 3, 4 e 5 individuati e riportati sulla GU n. 75 del 31/03/2014.
In queste classi, ricadono circa 16 ettari di Acerra ed 8 di Caivano. Dando per buone le percentuali comunicate, staremmo parlando di circa 14 ettari ad Acerra e circa 6 ettari di Caivano, vale a dire lo 0,40% della superficie agricola di Acerra e l’1% di quella di Caivano. La matematica non è una opinione.“
Ulderico de Laurentis