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Discussione Comitati e Assessorato
Regione Veneto: PFAS

 

  1. Cambiamento delle fonti di approvvigionamento

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Secondo la legge nazionale (articoli 153 e 154 del d.lgs. 152/2006) gli acquedotti sono di proprietà dei Comuni e sono i Comuni che decidono quali acquedotti fare. Inoltre sempre secondo la legge nazionale il costo dei nuovi acquedotti andrebbe scaricato interamente sulla tariffa, cioè sui cittadini.[1]

La Regione Veneto, pur non avendo quindi alcuna competenza sugli acquedotti ha già realizzato nuovi pozzi di Carmignano (osteggiati da PD e ambientalisti) I lavori sono iniziati più di un anno fa. Proseguiranno quelli per connettere Carmignano ad Almisano.

L’accusa che arriva dai Comitati rivolti alla Regione Veneto è l’ammontare della spesa per il costo dei filtri, che poi finiscono inevitabilmente caricate sulle bollette dei cittadini. Vorrebbero infatti che fosse la Ditta a pagare e a risarcire i danni. Oltretutto invocano il cambio delle fonti di approvvigionamento.

In quanto quello che spaventa è che i filtri, secondo le loro dichiarazioni, non hanno capacità completa di ritenuta per cui avviene sempre un costante rilascio di sostanze (le molecole ad atomo di Carbonio più corte dicono non sono filtrabili).

Ribadendo la 152/2006, le decisioni su quali acquedotti realizzare vengono prese dall'A.T.O. (organismo di cui fanno parte i sindaci e non la regione), che li inserisce nel piano d'ambito e il piano d'ambito viene realizzato trovando copertura economica nella tariffa dell'acqua (articolo 154).

Nessuno impedisci all’A.T.O e quindi ai sindaci di connettersi al tubo di Recoaro visto che approvano loro il piano d'ambito.

Che l'acqua sia potabile non lo dice la Regione, ma l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ne ha definiti i limiti. Tra l'altro il 24 maggio 2017 il Ministero ha scritto a tutte le regioni dicendo di attivarsi perché nel 2013 oltre che nel Veneto, i PFAS sono stati rilevati anche in molte altre regioni.

La Regione Veneto si è fatta carico di fare gli acquedotti nuovi.

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2. Riguardo l’aspetto sanitario

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I Comitati reclamano uno studio di 200 scienziati e accusano la Regione Veneto di non averlo preso in considerazione.  Denunciano la prevalenza di tumori, linfomi e disturbi tiroidei. La popolazione è terrorizzata (Lonigo) tanto da rifornirsi di acqua imbottigliata anche per cucinare.

La Task Force Pandora, essendo costituita da un gruppo multidisciplinare, nella stesura della relazione, ha preso in considerazione gli studi epidemiologici disponibili. In particolare un recente lavoro scientifico pubblicato la scorsa primavera, di cui abbiamo avuto accesso riferendomi direttamente al primo autore, Marina Mastrantonio, tramite il Dr. Vincenzo Cordiano. Mi è stato anche detto che la pubblicazione non può essere resa pubblica prima dei sei mesi.

La dottoressa si è complimentata per la relazione svolta, definendolo un ottimo lavoro di informazione. La Relazione proposta riporta i nostri commenti agli interventi della Regione Veneto e per tale non abbiamo ricevuto alcuna critica. Bisogna sottolineare che l’assessore Bottacin era al corrente del materiale reperito, sono stata chiamata infatti, con il mio gruppo di studio, proprio per valutare le azioni dell’amministrazione regionale. VALUTARE.

Un lavoro gratuito svolto per la comunità senza alcun interesse. L’atteggiamento della Regione nei nostri confronti è di massima apertura verso qualsiasi possibile critica da parte nostra nei termini di una proficua discussione.

Ci si dovrebbe chiedere allora perché’ l’assessore all’ambiente Bottacin e il Presidente della Regione Zaia, vengono accusati di non voler incontrare cittadini e comitati. L’ultimo è un incontro tenutosi a Brendola lo scorso 15 luglio, in cui era presente parte del Governo e la Commissione Bicamerale d'inchiesta sulle ecomafie.

 

3. Costituzione di parte civile

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Secondo i Comitati l’amministrazione Regionale avrebbe distrutto il Veneto e quindi questo ne spiegherebbe il boicottaggio. Oltretutto pare che gli appalti per Progetto Veneto acque siano stati affidati a gente arrestata per tangenti.

Eppure nonostante le denunce e le calunnie, la Regione è l'unico ente che ha denunciato l'azienda costituendosi parte civile già nel 2013. Ricordiamo che la costituzione di parte civile è il presupposto necessario per far pagare chi ha inquinato.  

La Regione è l'unico ente che ha fatto la denuncia anche per disastro ambientale.

 

4.Rimozione della Fabbrica dalla Falda Acquifera

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Spostare la fabbrica purtroppo non risolve il problema perché ci sono rifiuti seppelliti e vanno comunque rimossi.

 

In conclusione

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Se volessimo fare un confronto nelle acque del Po dal 2013 passano (a monte del Veneto) 70 milioni di nanogrammi al secondo di PFAS e l’acqua del Po viene comunemente depurata ed usata negli acquedotti. Ho vissuto a Ferrara per un anno, sono ancora qui a raccontarla.

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Ci si chiede

  • Come mai il Governo non si è costituito parte civile?

  • Come mai il governo nazionale ha promesso 80 milioni di euro per nuovi acquedotti lo scorso anno e non sono arrivati nonostante ci sia un progetto?

  • Il Governo è stato informato con la relativa documentazione fin dal 2013.

  • Come mai chi fa i convegni contro la Regione ha osteggiato i nuovi pozzi di Carmignano? Proprio coloro che l’anno prima avevano convocato un consiglio regionale per far bloccare i cantieri, oggi sostengono tutto ed il contrario di tutto. (I verbali sono documenti scritti) .

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[1]

ART. 153

(dotazioni dei soggetti gestori del servizio idrico integrato)

1. Le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali ai sensi dell'articolo 143 sono affidate in concessione d'uso gratuita, per tutta la durata della gestione, al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare.

2. Le immobilizzazioni, le attività e le passività relative al servizio idrico integrato, ivi compresi gli oneri connessi all'ammortamento dei mutui oppure i mutui stessi, al netto degli eventuali contributi a fondo perduto in conto capitale e/o in conto interessi, sono trasferite al soggetto gestore, che subentra nei relativi obblighi. Di tale trasferimento si tiene conto nella determinazione della tariffa, al fine di garantire l'invarianza degli oneri per la finanza pubblica.

ART. 154

(tariffa del servizio idrico integrato)

1. La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché' di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo.

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18 Luglio, 2017

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