"Ci battiamo per la verità , perchè il Paese ci appartiene ancora"
Seguo questa questione da molti anni, ancora prima di aver costituito il gruppo di studio della Task Force Pandora, quando con Angelo Ferrillo ci battevamo contro quello che oggi, finalmente a distanza di quasi 10 anni, riconoscono tutti come la vera emergenza della nostra Regione: il fenomeno dei roghi di rifiuti.
Patriciello ed i suoi seguaci, accompagnati da un'orda di medici diventati tutti improvvisamente epidemiologi ed oncologi, che nel 2013 ribattezzarono il nostro territorio come Terra dei Veleni, spalleggiando la mala politica e i camorristi nel processo delle finte bonifiche, ha di fatto depistato per troppo tempo l'individuazione dei veri problemi territoriali sui quali noi di Pandora fin dal primo documento unico condiviso avevamo ben definito. Quando il fenomeno finalmente era diventato mediatico e lo sa bene chi ha combattuto anni prima di lui, avevamo una grossa possibilità per far conoscere la vergogna dei nostri territori ed invece abbiamo solo perso tempo, tempo prezioso, troppo prezioso!
Ecco, a noi non interessano le scuse, interessa che ci sia una chiara consapevolezza di quei limiti che oggi sulla base delle evidenze dei fatti gli sono riconosciuti. In malafede o in buonafede a noi non interessa, interessa che si dia spazio a chi ha lavorato sotto insulti, maledizioni, offese personali, attacchi alla propria carriera, in silenzio con capacità per il bene di questa regione che forse in pochi ancora amiamo.
Mi prendo le responsabilità di quello che dico
#savecampaniafelix
la foto fu pubblicata su Famiglia Cristiana nel luglio del 2013
Post pubblicato l'11 Novembre 2016
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Vorrei cercare di dare qui una visione oggettiva della figura di Patriciello, alla luce di quanto e' successo a Caivano e alle tante chiacchiere che sono seguite. Come sempre ci troviamo di fronte al tifo da stadio e non si analizzano lucidamente le questioni.
Patriciello che oggi pare si giustifichi dicendo che le informazioni sbagliate sono state i tecnici a dargliele, ha molto elegantemente demandato le sue responsabilità ad altri.
Questo ci fa riflettere molto su due aspetti:
1. il primo, ha di fatto dichiarato e finalmente ha dato ragione alle mie battaglie di sempre, da quando ero la sola insieme a chi mi seguiva, a ribadire l'importanza di ascoltare ed interpellare persone competenti. E' assurdo che in tutto questo tempo, ci siamo affidati ad un prete di campagna per descrivere un fenomeno complesso quale e' quello che viviamo nei nostri territori. Non solo, nel cercare in costui le soluzioni ai problemi che non conosce, perché il grande lavoro svolto dal mio gruppo e mai prima ad ora, e' stato quello di raccogliere i dati provenienti dai vari settori e metterli a sistema. Oggi lo si sta facendo ed e' stato fatto in forma Istituzionale e ne sono ben felice.
2. il secondo punto e' quello umano. Mi sorprende molto come un prete prima di chiedere lui stesso scusa, le pretenda dagli altri. Non mi pare sia un esempio di cattolicesimo.
Post Pubblicato il 12 Novembre 2016
Dissequestro dei pozzi a Caivano
Procediamo con i chiarimenti che i media nazionali non divulgano.
Nel 2013, si era in pieno clima di caccia alle streghe e l’agricoltura campana, senza alcuna responsabilità accertata, fu coinvolta profondamente nel caos mediatico ed informativo legato alla questione della cd. “terra dei fuochi”. Il cibo da sempre, è un argomento delicato e molto coinvolgente emotivamente.
L’irresponsabilità diffusa a tutti i livelli, politico, mediatico, professionale, universitario, giudiziario, inquirente ha portato, senza alcun supporto scientificamente valido, a danneggiare in modo quasi irreparabile un intero settore economico (l’agroalimentare campano). Come oramai risulta ben chiaro a tutti.
Tutte le azioni della magistratura furono concentrate esclusivamente sulle acque di falda, in relazione alle quali il sequestro dei pozzi, come già da subito denunciato da diversi agronomi in questo video, fu frettoloso, senza valutare preventivamente e globalmente i diversi aspetti tecnici della problematica, come sin dal dicembre 2013 ad es. scriveva l’Ordine degli Agronomi di Napoli che addirittura specificava che “fluoruri, manganese, arsenico sono naturalmente presenti nella falda della piana vulcanica campana, così come nei suoli; fanno parte del cosiddetto «valore di fondo», è proprio l’elevata presenza di elementi minerali uno degli indici della particolare fertilità dei suoli di Campania felix”.Ma sarebbe bastato anche solo utilizzare il comune buon senso in considerazione del fatto che i sequestri avvennero sulla base, addirittura, di valori inferiori a quelli previsti per le acque potabili o minerali il che qualificava le acque, comunque, come non nocive e, di conseguenza, a maggior ragione, idonee all’utilizzo irriguo.
Alla luce oggi di quanto e' successo in seguito al decreto della Magistratura che ha dissequestrato i pozzi e quindi i campi, di cui abbiamo riportato una sintesi quihttp://www.taskforcepandora.com/decretodissequestro-caivano e' interessante riportare le dichiarazioni di Sergio Costa, Generale del Corpo Forestale dello Stato rilasciate alla trasmissione Presa Diretta il 10 febbraio del 2014 che noi gia' avemmo modo di confutare sul nostro sito http://www.taskforcepandora.com/presa-diretta-revisionata-e-correttaE Sandro Ruotolo ed il suo racconto "inferno nucleare"?
Sapete a cosa e' servito tutto questo?
A mantenere una Regione nel degrado, continuando a vedere i fenomeni indisturbati, mentre sono arrivati soldi per cose che non avevano la priorità.
Ora io mi aspetterei dei commenti e l'ammissione di responsabilità.
Buona lettura
ï‚· Il generale Costa, nel corso dell’intervista, fa cenno al ritrovamento a Caivano di “70 fusti tossici” e di “morchie industriali”. Dalle informazioni e dai documenti in nostro possesso, risulta che sono stati ritrovati “ad una profondità di circa 1,50 mt” 15 fusti metallici deteriorati, arrugginiti e schiacciati, aventi una capacità di circa 25 lt, contenenti rifiuti ascrivibili alla categoria vernici di scarto” come riportato sul verbale della forestale il 25 settembre a Caivano. La notizia è stata data senza alcuna ulteriore informazione riguardo il potenziale danno ambientale generato. Certamente il ritrovamento è preoccupante ed è necessario porre la massima attenzione ma ci chiediamo: le analisi hanno rilevato inquinamento dei terreni e delle falde? E’ stata effettuata una analisi di rischio? Riteniamo doveroso da parte delle forze dell’ordine e dei giornalisti fornire informazioni quanto più complete possibili alla cittadinanza per evitare di contribuire a diffondere il clima di insicurezza e sfiducia che tanta cattiva informazione ha generato in questi mesi. In ogni caso, sarebbe opportuno, per dissipare ogni dubbio, che la Procura rendesse noti i risultati della caratterizzazione dei rifiuti trovati nelle due località e dei conseguenti eventuali danni ambientali;
ï‚· Nel servizio, si sostiene che gli agricoltori utilizzino “acqua avvelenata” che, tra l’altro, avrebbe causato danni alle colture. Le foglie gialle di cavolfiori, la cui foto è finita su diversi giornali ed è girata in rete viralmente, a sostegno della teoria dell’avvelenamento, sono il risultato di un evidente avvallamento del campo, che porta ad un ristagno idrico con conseguente asfissia radicale e ingiallimento. Per quanto riguarda, le acque della falda, in essa è stata riscontrata la presenza di sostanze che, con molta probabilità, sono di origine naturale quali i fluoruri, i solfati, l’arsenico ed il manganese. Niente cromo, niente mercurio, niente nichel, niente cadmio, niente piombo. Gli unici inquinanti di natura certamente antropica, riscontrati, sono il triclorometano ed il tetracloroetilene, ma in quantità estremamente inferiore (1,03 contro 30 ug/l il primo, 1,80 contro 10 ug/l il secondo) ai limiti previsti sia per l’acqua potabile (Dlgs 31/2001) che per le acque reflue destinate all’irrigazione (D.M. 185/03). Anche in questo caso suggeriamo cautela nel fornire informazioni allarmistiche e un approfondimento sull’origine delle cause del ritrovamento degli inquinanti antropici per scongiurare il ripetersi del fenomeno in futuro..
ï‚· L’assoluta salubrità delle produzioni relative ai terreni sequestrati di Caivano è stata comprovata dal loro successivo dissequestro dopo aver ricevuto i risultati delle analisi ripetute e straordinarie. Sono stati infatti effettuati decine di campionamenti da parte dell’ASL al fine di poter analizzare la presenza di tutti i tipi di inquinanti possibili dal laboratorio ARPAC, compresi i residui di fitofarmaci. Ci chiediamo tra l’altro cosa c’entrano i residui di fitofarmaci, ricercati due mesi prima della prevista raccolta.
Rendiamo noto inoltre che l’ARPAC, non essendo dotata di attrezzature idonee alla ricerca dei PCB diossina simili su ortofrutta, ha imposto ai coltivatori analisi di autocontrollo a loro spese. Evidenziamo i tempi che sono stati richiesti per dette analisi straordinarie: i campionamenti sono stati effettuati ad inizio dicembre, i risultati ARPAC sono stati comunicati a fine dicembre, il dissequestro, con la richiesta di analisi di autocontrollo è stato notificato il 17 gennaio, le analisi di autocontrollo sono giunte il 4 febbraio, il dissequestro definitivo è stato notificato il 6 febbraio 2014.
Come è noto, il prodotto ortofrutticolo ha un suo ciclo produttivo, limitato nel tempo, che lo conduce alla fase di maturazione commerciale. Passata la fase di maturazione commerciale, il prodotto va incontro ad una fase di sovramaturazione che, già di per sé, lo rende non più commercializzabile, ed ad una successiva fase di insenilimento e marcescenza. Pertanto a causa di queste procedure straordinare, della complessità e lentezza dei procedimenti avviati, parte dei prodotti ortofrutticoli di Caivano è andata persa, con danni molto gravi sia economici che di immagine per i produttori agricoli.
#savecampaniafelix