Patriciello e quei pomodori sull'altare
Vorrei cercare di dare qui una visione oggettiva della figura di Patriciello, alla luce di quanto e' successo a Caivano e alle tante chiacchiere che sono seguite. Come sempre ci troviamo di fronte al tifo da stadio e non si analizzano lucidamente le questioni. Patriciello che oggi pare si giustifichi dicendo che le informazioni sbagliate sono state i tecnici a dargliele, ha molto elegantemente demandato le sue responsabilità ad altri.
Questo ci fa riflettere molto su due aspetti: 1. il primo, ha di fatto dichiarato e finalmente ha dato ragione alle mie battaglie di sempre, da quando ero la sola insieme a chi mi seguiva, a ribadire l'importanza di ascoltare ed interpellare persone competenti. E' assurdo che in tutto questo tempo, ci siamo affidati ad un prete di campagna per descrivere un fenomeno complesso quale e' quello che viviamo nei nostri territori. Non solo, nel cercare in costui le soluzioni ai problemi che non conosce, perché il grande lavoro svolto dal mio gruppo e mai prima ad ora, e' stato quello di raccogliere i dati provenienti dai vari settori e metterli a sistema. Oggi lo si sta facendo ed e' stato fatto in forma Istituzionale e ne sono ben felice.
2. il secondo punto e' quello umano. Mi sorprende molto come un prete prima di chiedere lui stesso scusa, le pretenda dagli altri. Non mi pare sia un esempio di cattolicesimo.
Seguo questa questione da molti anni, ancora prima di aver costituito il gruppo di studio della Task Force Pandora, quando con Angelo Ferrillo ci battevamo contro quello che oggi, finalmente a distanza di quasi 10 anni, riconoscono tutti come la vera emergenza della nostra Regione: il fenomeno dei roghi di rifiuti. Patriciello ed i suoi seguaci, accompagnati da un'orda di medici diventati tutti improvvisamente epidemiologi ed oncologi, che nel 2013 ribattezzarono il nostro territorio come Terra dei Veleni, spalleggiando la mala politica e i camorristi nel processo delle finte bonifiche, ha di fatto depistato per troppo tempo l'individuazione dei veri problemi territoriali sui quali noi di Pandora fin dal primo documento unico condiviso avevamo ben definito.
Quando il fenomeno finalmente era diventato mediatico e lo sa bene chi ha combattuto anni prima di lui, avevamo una grossa possibilità per far conoscere la vergogna dei nostri territori ed invece abbiamo solo perso tempo, tempo prezioso, troppo prezioso!
Ecco, a noi non interessano le scuse, interessa che ci sia una chiara consapevolezza di quei limiti che oggi sulla base delle evidenze dei fatti gli sono riconosciuti.
In malafede o in buonafede a noi non interessa, interessa che si dia spazio a chi ha lavorato sotto insulti, maledizioni, offese personali, attacchi alla propria carriera, in silenzio con capacità per il bene di questa regione che forse in pochi ancora amiamo. Mi prendo le responsabilità di quello che dico #savecampaniafelix la foto fu pubblicata su Famiglia Cristiana nel luglio del 2013